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In occasione del decennale ... e più di vita dell'Unitre
di Tirano*
"I pareri del vecchio
curato" d.t.q.
e altri articoli dal 1959 al 1970
di don Lino Varischetti
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L'idea è nata da una "Raccolta", preziosa nel ricordo, accurata,
meticolosa, effettuata da un allora studente ginnasiale, che
ritagliò con cura e paziente amore i vari articoli, li incollò fino
a firmare un poderoso volume. L'impegno durò parecchi anni e
continuò anche quando per motivi di studio egli fu lontano dalla
Valtellina. Una raccolta custodita sempre gelosamente.
Gli articoli partono dal 1959 ed una nota evidenzia che mancano i
precedenti: la rubrica "I pareri del vecchio curato" era
iniziata un paio d'anni prima, firmata semplicemente d. t. q. (se ne
seppe solo in seguito l'autore ed il significato: de tirano quidam).
Comprendono anche gli scritti con la firma completa e proseguono
fino all'anno di permanenza di don Lino a Tirano, con pochi articoli
successivi.
Nella seconda parte
qualche cenno sull'UNITRE dall'anno accademico di fondazione 1994/95
all'anno 2006/2007, con l'elenco dei Relatori e delle Lezioni che,
essendo state registrate e accuratamente catalogate dai soci geom.
Alberto Corradini e dott. Giovanni Viggiani, costituiscono una
preziosa e consultabile documentazione.
*Nota: la
pubblicazione è stata finanziata anche con il contributo della
Comunità Montana di Tirano |
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Col patrocinio di UNITRE - Università delle tre età -
Tirano "Son girandole i sogni..."
di Riccardo Vanda
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La poesia ha accompagnato Riccardo
Vanda sin dall'adolescenza, quando, iscritto all'accademia "La
Fucina", imparava l'arte dello scrivere in poesia e si cimentava in
versi riecheggianti i grandi poeti dell'800 tanto amati dai giovani.
In questa raccolta i sentimenti e
le emozioni sembrano a volte insofferenti alle regole e,
liberandosi, passano in modo altalenante dalle "piccole cose" ad un
infinito temuto ma sempre agognato.
I temi della sua poesia, l'amore,
gli affetti familiari, la vita che fugge, il mistero dell'esistenza,
qui si arricchiscono di nuovi pensieri e ricordi.
Un tramonto, il tepore del sole,
il silenzio, il profumo del mare, un gabbiano, un rimpianto, una
musica, un aquilone, una lacrima, una preghiera offrono nuove ed
intense suggestioni.
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RICCARDO VANDA
L'abito da società
Indosso il mio bell'abito da società
e percorro la vita.
Sorrido e vado...
Vado e sorrido...
La seta morbida mi accarezza,
la lana soffice mi riscalda
e vado...
A sera appendo il mio bell'abito.
Nudo.
Nulla mi protegge...
Solo,
col mio dolore,
inutilmente
aggiungo legna al camino
aspettando la notte.
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L'abito da
società è pubblicata
nella raccolta delle opere da premiare
"Via Francigena 2011"
Questo "abito di società"
di cui ci dà immediata idea il titolo, ha qualcosa di pirandelliano,
corrisponde alla "maschera" che la società impone per nascondere la
vera personalità.
Qui c'è qualcosa di più: la maschera non è imposta, ma scelta, e
viene riposta la sera, quando il poeta, ligio alle regole del buon
vivere con gli altri, la sveste per tornare se stesso, per denudarsi
dalle sovrastrutture in cui stenta a riconoscersi.
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Col patrocinio di UNITRE - Università delle tre età -
Tirano
"Giorni del
passato continuo"
e
"A passo leggero"
di Maria Grazia Ferrari
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Maria Grazia Ferrari
è nata e vissuta a Tirano, tranne un breve periodo in Africa subito
dopo il matrimonio, dove nacque una figlia.
Ha frequentato la
Facoltà di Lingue e letterature straniere dell'Università Bocconi
di Milano, dove amò in particolare la poesia con i corsi di italiano
del prof. Francesco Flora.
Nelle vacanze estive
il pittore Luigi Bracchi le diede per qualche tempo lezioni di
pittura.
Ha sempre dipinto e
partecipato a mostre. Vive a Tirano.
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Sarà, chissà mai, per la parentela che intercorre fra
noi due, risalente a una qualche bisnonna Ferrari, e sulla quale ho
sempre amato fantasticare, sarà per l'amicizia fraterna, oltre che
consonanza politica, che mi ha legato al suo compagno scomparso
Luciano, sarà soprattutto per la reciproca frequentazione di questi
ultimi anni, che mi avviene di salutare con una certa emozione la
ricomparsa pubblica della poetessa Maria Grazia Ferrari (preferirei
dire poeta anche al femminile).
Diciamo intanto che la poesia non è l'unica delle arti in cui si è
industriata nel corso di una vita con i suoi travagli ma
culturalmente ricca.
L'interrogativo che si pone è: a quale scuola aggregare la poesia di
Maria Grazia?
Una volta assodato il suo collocarsi all'incrocio tra la poesia
tradizionale e quella più recente, così ben rappresentata, tanto per
restare nelle vicinanze, da un Giorgio Luzzi, lascio il problema
agli eventuali critici. Non è un problema da poco. Forse ci può
illuminare il bellissimo titolo della sua precedente raccolta:
«Giorni del passato continuo», intendendo passato continuo anche in
riferimento al modo di concepire il «fare» della poesia. Un
possibile discorso sulla natura del fare poetico di Maria Grazia
potrebbe prendere avvio da una lettura approfondita della poesia che
apre il volume: «Forse poesia».
Qualche aiuto in più lo possiamo trovare nel nome del narratore e
poeta da lei più assiduamente frequentato, diciamo il suo modello,
Cesare Pavese.
Camillo de Piaz |
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Pietro Pitino ha donato ai soci dell'UNITRE
di Tirano
"IL TRIANGOLO", "CRONACHE SPICCIOLE"
e
"RICORDI DI IERI E DI OGGI"
di Pietro Pitino
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Ti
vengono incontro come le figurine di certi quadri naif e
subito ti attraggono come le pitture, con vedute e scene di genere
popolare, dove il reale e l’immaginario si fondono e dove il ritmo
fatale del tempo e della morte cerca soprattutto gli aspetti
inusuali per farteli conoscere, valutare, capire. Anche quando “il
quadro” sembra un’esatta riproduzione e gli elementi fuoriescono
quasi fossero stati guardati attraverso una lente, e lo stile si fa
fortemente realistico, il paesaggio ha sempre la luce intensa del
ricordo ed il tono acquista il sapore familiare di una costruzione
verbale dettata dal prorompere di sentimenti a lungo repressi … Sono
pagine (soprattutto quelle de “Il triangolo”) scritte con
l’entusiasmo del neofita della scrittura, quasi meravigliato di
essere riuscito a ricomporre nella memoria e a far rivivere ciò che
sembrava definitivamente scomparso e che gli dà l’occasione di
assumere, raramente però, il tono del moralista. Linguaggio e stile
non hanno il rigore dei testi letterari ma esprimono la piacevolezza
del raccontare, in compagnia con gli amici, vecchi e nuovi, giovani
e meno giovani. La bellezza del racconto sta proprio qui, nel
groviglio di ricordi che via via si dipanano mantenendo la
freschezza documentale. Sarebbe difficile sceglierne alcuni e
lasciarne altri perché così è l’intreccio della vita e i fatti della
vita non si possono scegliere.
Carla
Soltoggio Moretta |
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Pietro Pitino è nato a Modica il 22 gennaio 1926 e vi
è stabilmente vissuto fino
all'età di 19 anni e mezzo. Vi ritorna due
volte l’anno per trascorrervi una paio di mesi circa (20 - 22 giorni
in marzo, 30-35 giorni in estate).
A Modica ha
frequentato le scuole fino alla 5ª elementare: ha fatto lo
sguattero, il bracciante, il manovale, lo scalpellino, il
ferroviere, il muratore, poi all'età di 19 anni e mezzo le
circostanze della vita l'hanno portato dall'estremo Sud all'estremo
Nord d'Italia, dove ha fatto il finanziere per sei anni.
E' autodidatta
avendo, nelle lunghe notti d'inverno in montagna, studiato da solo
durante la permanenza nel Corpo della Guardia di Finanza.
Nel 48 conseguì
la licenza media a Sondrio; nel 1949 e 1950, rispettivamente,
l'idoneità al terzo e al quinto anno di ragioneria.
Nel 1951
conseguì il diploma di ragioniere presso l'Istituto Tecnico De
Simoni di Sondrio. Si sposò lo stesso anno. Ha tre figli, una
femmina, due maschi e nove nipotini.
Ha fatto il
produttore di assicurazione per due anni, poi l'Agente di
assicurazioni per trentadue anni e il broker di assicurazione per
sette anni circa. Ha fatto anche
studi assicurativi e ha ideato una polizza, ancora in essere, che la
sua Compagnia (la seconda del mercato italiano per importanza) ha
immesso nel mercato con ottimi risultati.
E' stato socio
dell'Unione Europea assicuratori.
A 59 anni si
iscrisse alla facoltà di Scienze Politiche alla Statale di Milano,
senza mai conseguire la laurea perché, a 59 anni, la mente non
registra ciò che dovrebbe essere memorizzato.
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Per conoscere e sapere di più ha
girato un po' il mondo. Ha visitato Stati Uniti e Canada (due
volte), Giappone, Hong Kong, Nepal dove ha sorvolato l’Imalaia;
Argentina, un po' di Paraguai, Brasile fino a Manaus in Amazzonia,
ha percorso in battello tratti del Rio Negro, Rio delle Amazzoni e
Rio del Plata in Argentina e del Reno in Germania.E' stato in
Jugoslavia, Francia, Olanda, Germania, Svizzera, Polonia, Grecia,
Egitto, Sinai, Giordania, Terra Santa e Spagna.
Nei tanti viaggi
gli è capitato di subire due atterraggi di emergenza per guasto
tecnico.
Hobby: pittura,
scultura, giardinaggio e scrittura. Collabora al giornale locale "La
Pagina" della città in cui è nato.
Sport praticati
(allora) alpinismo, sci, nuoto, nautica. Oggi giardinaggio e qualche
passeggiata.
Da qualche anno,
per passare il tempo, tanto per fare qualche cosa, così senza
pretese, ha cominciato a scrivere.
Ha collaborato a
giornali locali di Modica e occasionalmente a qualcuno della
provincia in cui vive.
Dal 23 settembre
1992 è iscritto all'albo Nazionale dei Giornalisti, sezione
pubblicisti.
E' stato
promotore e socio fondatore della Sezione ANFI (Associazione
Nazionale Finanzieri d'Italia) di Tirano della quale, a fine mandato
è stato eletto Presidente Onorario per acclamazione, confermata
dalla presidenza nazionale ANFI. |
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Col patrocinio di UNITRE - Università delle tre età -
Tirano
"ALY DAL CIELO"
"Le parole dell'anima"
di Alice Soltoggio
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In
segreto, nel raccolto silenzio di attimi rubati alla routine
quotidiana, ritagliandosi momenti tutti suoi, alla ricerca di sé,
dell'essenza del vivere e delle cose, spazia da riflessioni
esistenziali e metafisiche agli affetti domestici, da considerazioni
su argomenti di attualità e fatti di cronaca alla contemplazione
estetica con intuito e delicatezza.
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