COME è NATA L’UNITRE
(Estratto dell’Intervista a Giuseppe A. Campra,
ideatore e fondatore dell’UNITRE)
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Come ha avuto l’idea?
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…."le persone, se intelligenti, cercano di riallacciare
rapporti sociali, soprattutto umani, con il resto del mondo: per
continuare a esistere, per sentirsi vive … Non era sufficiente ritrovarsi
assieme e ricordare … occorreva riunirci per crescere insieme … Allora,
qual miglior veicolo della cultura? Così cultura e umanità sono diventate
l’inscindibile binomio, i due pilastri dell’Università della Terza Età. …
Già nel 1975 ho fondato l’Università della Terza Età vera e propria, con
una segreteria, orari precisi, un regolamento. Da 20 iscritti nel 1980
eravamo 200 aderenti, , e sembrava già che si trattasse di una struttura
formidabile, perché 200 iscritti rappresentavano oggettivamente una grossa
associazione. Poi subito siamo arrivati a 1750 e oggi(1997),nella sola
Torino contiamo quasi 5500 tesserati mentre, considerando anche il
circondario, superiamo le 6000 unità.
… Noi ci rifacciamo alle Universitas che, sorte
prime nel mondo a Bologna nell’XI secolo, si sono poi irradiate in tutte
le nazioni. C’erano la lectio, la pausa e la disputatio, e d
è proprio con questa didattica che ho creato l’Università della Terza Età,
con 45 minuti di lezione, un quarto d’ora di convivialità, e altri 60
minuti di informazione, dove qualunque domanda è valida e la risposta
spetta al docente che deve sforzarsi di renderla chiara a tutti. …
Ricordiamoci che Universitas vuol dire non studio specializzato ma
riunione di tutte le persone interessate a quell’argomento. Il termine è
bellissimo perché non è selettivo ma è anzi un invito a prender parte
… Il termine UNITRE è nato sull’autostrada Milano
Torino, verso le due di notte. Non volevo chiamarla UTE perché già
significava Ufficio Tecnico Erariale, quello che ci fa pagare le tasse.
Unità era già il nome di un quotidiano. Mi sono ricordato che allorchè ero
in Germania e studiavo ad Heidelberg, chiamavamo UNI l’università. Ho
ritenuto che tale abbreviazione fosse appropriata. E "TRE" perché nella
sua semplicità evidenziava chi erano i fruitori. Già nello Statuto avevo
chiarito cosa dobbiamo realizzare, nelle nostra vita, un confronto e una
sintesi fra tre generazioni. La prima età possiede la giovinezza e
l’ottimismo; la seconda età è quella del dubbio, della ricerca, spesso del
pessimismo (con gente che a trent’anni ne dimostra psicologicamente
cento). La terza età non è né l’ottimismo, né il pessimismo (altrimenti
sarebbe la prima o la seconda). Ha una volontà in più: superare le
difficoltà. "Terza età" si riferisce a colui che vuole sorpassare le
difficoltà, andare oltre, non fermarsi all’ottimismo o al pessimismo, ma
sentirsi una persona "super partes". E’ come un faro che illumina, perché
ha vissuto la prima e la seconda età, ma è anche pronta e disponibile a
modificare le proprie idee per accettare la prima e la seconda età,nonché,
ovviamente, la terza. Ecco che allora UNITRE (unione delle tre età)
calzava a meraviglia.
… Noi apriamo l’iscrizione a trent’anni. Queste persone
hanno scoperto qualcosa di diverso, che chiamerei "l’ecologia del
pensiero", cioè l’autodifesa dai bombardamenti delle mille notizie
quotidiane … Capire e rinnovarsi con un ritorno non solo più umano ma
personalizzato. L’importante è che rispetti due punti: non si crei stress
e apprenda insieme ad altri. Questo è in breve l’educazione rinnovata:
l’opposto della educazione permanente che vuole "riciclare le persone
quando sono "obsolete".
Da noi c’è una completa autonomia e libertà sia nella
cultura sia nei sodalizi. Ultimamente diverse Università della Terza Età
straniere stanno copiando il nostro sistema.
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Cosa spinge una persona
a frequentare i corsi?
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Innanzi tutto, credo, per arricchire le proprie
conoscenze e diventare operativo sebbene in modo diverso, (autorealizzazione).
Inoltre la cultura non ha età, per fortuna non apparteniamo a un’unica
casta, e da noi una persona non è valutata sotto una luce economica. La
cultura, volendo, è apprendibile da tutti. Soprattutto, seminati in
profondità, gli ideali dell’università della terza età diventano
intercambiabili: parlo del senso di accettazione, dell’aiuto reciproco,
della speranza nel futuro. L’unitre della terza età prima di avere una
Statuto Nazionale ha uno Statuto morale che è lo stile inconfondibile e
intramontabile di vita nell’arricchimento che dà l’umanità.
Se hai un
dubbio nello scegliere una soluzione: non sbagli. Scegli quella che ti
costa maggior fatica. Non sbaglierai: lì c’è l’umanità. Economia …
ricchezza … estetica … sono un contorno. Dentro di sé la persona vera in
realtà aspira a quell’afflato che forse lo avvicina a Dio. Dio ha sempre
guardato con occhio benevolo chi crea cose nuove. Tutti all’UNITRE siamo
creatori. I medici ci hanno allungato la vita - però non ci hanno tolto gli
acciacchi - e noi dobbiamo essere pionieri di questa più lunga esistenza. …
Come psicoterapeuta posso constatare quanto la volontà di fare (psicoespressione)
mette in ombra molti malesseri psichici: la depressione, l’invidia, la
noia e soprattutto l’idiozia. |
Quali difficoltà ha
avuto?
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All’inizio ho avuto dei problemi perché, per la legge
italiana, ogni presidente è responsabile civilmente e penalmente di tutto
quanto accade. Successivamente, grazie ai collaboratori e ai loro preziosi
suggerimenti, non mi sono più sentito così solo. Nel 1972, invece,… andai
nel palazzo dell’Università (di Torino) per conferire con il Rettore, che
però non mi ricevette. Mi dirottò su un illustre professore, titolare di
un corso di Diritto al quale annunciai: "Vorrei fondare l’Università della
Terza Età" mi bloccò subito: "Lei non può usare il termine "Università"
perché lo può utilizzare solo l’Università degli Studi, altrimenti compie
un illecito, vero e proprio" Avevo letto la Costituzione e pur rischiando
di venire denunciato per appropriazione di titolo, procedetti per la mia
strada. Penso che adesso nessuno avrebbe da ridire, perché noi siamo una
vera "Universitas" dato che, fin dall’istituzione nel Medioevo, ce
n’erano diverse …
I nostri docenti sono professori universitari, parte
sono docenti di liceo o di altri istituti, oppure esperti delle materie
che trattano …. Non ci sono programmi ministeriali. C’è solo il proprio
carisma. La scintilla ha acceso un fuoco. Un gruppo di persone riunite
scoprono la principale ricchezza dell’uomo: essere insieme per sapere.
Nessuno di noi è pagato sotto nessuna forma. Non si è
rimborsati neanche per il tram preso per andare ad assistere gli ammalati
nei servizi attuati dall’Accademia di Umanità
Gli iscritti: L’UNITRE è interculturale, sovra
culturale, perché unisce persone di qualsiasi grado di istruzione. Siamo
uomini e donne che vogliono avanzare, superare le difficoltà. In breve
arricchirsi nella cultura e nell’umanità.
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